Alberto Di Fabio present his first book in collaboration with Alessandra Angelucci, Fili d’erba section curator at Di Felice Edizioni.
The book “Nei cieli della mente” text curated by Mattia Lombardo is included in the section Fili d’erba, a section with a special attention to something that very often is ignored: the artist voice.
Alessandra Angelucci wrote in the preface “I like to think of Alberto Di Fabio as a musician, a spirit eye always listening, ready to translate into paintings the colors of the mind landscapes: mountains, rocks, sky, horizon, sea as a sign of a present and mysterious God. His landscapes are true hieroglyphs of a visual cortex in which the observer can recognize the mystery of the Cosmos, the short circuit of synapses, the ethereal texture of a nature that the artist lives as a holy place. We could consider his artworks as pages of a huge air book, true symphonies in which the lightness of the sign translates the music that creates the universe, in the light dance in which sounds and colors move on parallel and similar tracks.”
Alberto Di Fabio presenta il suo primo romanzo in collaborazione con Alessandra Angelucci, curatrice della collana Fili d’erba presso Di Felice edizioni, una collana che rappresenta un momento di confronto con l’artista per conoscere la sua poetica attraverso la parola.
Il Libro “Nei cieli della mente” curato da Andreas Mattia Lombardo è un racconto, suddiviso in quattro capitoli, in cui egli dà voce al suo sentire immerso in un’aura di sogno.
«Mi piace pensare ad Alberto Di Fabio – scrive Alessandra Angelucci nella prefazione – come ad un musicista, un occhio dello spirito sempre in ascolto, pronto a tradurre sulla tela le cromie dei suoi paesaggi della mente: le montagne, le rocce, il cielo, l’orizzonte, il mare come segni di un dio presente e misterioso. I suoi paesaggi sono veri geroglifici di una corteccia visiva in cui l’osservatore può riconoscere il mistero del Cosmo, i cortocircuiti delle sinapsi, la consistenza eterea di una natura che l’artista vive come luogo sacro. Potremmo considerare le sue opere come pagine di un immenso libro dell’aria, vere sinfonie in cui la levità del segno traduce la musica che genera l’universo, in quella leggera danza in cui suoni e colori si muovono su binari simili e paralleli.»